(Henri David Thoreau)
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| Kräuterschlössl, Coldrano, 2013 |
Qualche anno fa sono stata in una fattoria biologica in Val Venosta, al Castelletto delle Erbe, per fare wwoof-ing. Raccoglievo fiori di calendula, fiordaliso, malva, iperico, petali di monarda, circondata dalle api, coccolata dai profumi e dal venticello. Ero strafelice e pensavo a quanto fosse bello potermi creare anche io una simile realtà. E vivere in piena natura.
Ho pianto tornando in ufficio dopo quella vacanza. Mi sono messa al desktop la foto del giardino per poter continuare a sognare. Mentre i miei colleghi mi guardavano stupiti e non capivano come ho potuto "sprecare" tempo per passare le mie ferie... lavorando.
Sono passati sette anni da allora, e io non smetto di sognare. Di immaginarmi in mezzo a un giardino.
Col tempo il mio sogno si è soltanto arricchito e affermato, è diventato più solido. Ho scoperto anche altri mondi così, e ho continuato a lottare con le mie paure, a insistere con la voglia di tornare a vivere come nella mia infanzia.
Sono cresciuta in campagna, nel paese dei miei nonni. Sono cresciuta con il sapore delle verdure e della frutta coltivata da noi, con i profumi delle peonie nel giardino a maggio, con la dolcezza delle angurie ad agosto, con l’odore delle marmellate cotte fuori, al fuoco di legna, con il colore del vino novello di mio nonno a novembre, con la tenerezza dei primi bucanevi a gennaio...
Ho sempre avuto le tasche piene di semi – ovunque andavo raccoglievo semi. Adoravo seminare, vivere con l’attesa di quella piccola punta di foglia che si faceva vedere dalla terra. Adoravo baciare quelle prime foglie per la gioia che mi regalavano. E per la libertà che vi era, tra tanti boccioli e semine.
Amavo andare in montagna. Scoprire le fioriture selvatiche. Raccogliere erbe e fare tisane.
Adoravo le favole che mi raccontavano i miei nonni. A volte inventate, in rima. A volte con fine diversa. Amavo disegnare. Creare cartoline con carta e matite. Fare sorprese. Ricamare. Decorare la casa per le feste. Scrivere. Leggere. Spingere la mia creatività al di là di ciò che c'era alla scuola. Guardare "al di là delle nuvole".
Poi la mia vita si è fatta tra altre scelte e altre realtà, in grandi città, uffici, aerei e alberghi, lavoro di giorno e notte, senza riposo, senza sabato e domenica, in servizio agli altri. Un lavoro duro per realizzare i sogni altrui. Finché un giorno una sola frase del capo dell’azienda mi ha fatto svegliare. Un colpo di fulmine. Un déclic! Un momento in cui ho capito che non potevo più rimandare la mia vita. E i miei sogni. E che dovevo tornare a connettermi a me stessa e a tutto ciò che ero io, che viveva dentro me sin dalla mia infanzia.
E dentro me ci sono tutti quei semi, tutti i miei amori, tutta la mia voglia di creare bellezza e gioia.
Mi sono buttata nell’ignoto, senza aver trovato i mezzi. E così sono quattro anni che mi sono ostinata di tornare a quel mondo di prima, a quella vita di prima. Insisto con le mie scelte, di vivere con il poco, ma meglio.
Insisto con il mio sogno.
Eccolo.
Lo "appendo" alla luce, così come fanno i giapponesi con i loro desideri "tanzaku" allegati ai ramoscelli dei bambù.
Cercando di capire quello che sono e cosa vorrei trasmettere di me, condividere con gli altri, contribuire al cambiamento del mondo, attraverso ciò che amo, ho definito due grandi gruppi di amori:
* Uno legato alla Natura – le piante aromatiche, le erbe medicinali, i fiori, i giardini, le tisane, il miele, le verdure, l’orto biologico, gli alberi e i boschi, tutto il vegetale in generale e il suo linguaggio,
* Un altro legato all’Arte – l’illustrazione, le immagini, i libri e gli albi illustrati per bambini, la poesia, la pittura, la fotografia, la creatività in generale.
E voglio unirli in tutt’uno.
Voglio creare un giardino-libreria, un giardino spontaneo di erbe aromatiche, di fiori e ortaggi.
Un giardino con una piccola libreria, con libri selezionati con molta cura, con spazio per piccole mostre, con incontri ispiranti, con mattinate poetiche e serate fotografiche.
Con spazi all’interno della libreria e all’esterno, nel giardino, per leggere libri a piccoli e grandi, per disegnare e dipingere, per seminare e piantare, per imparare a guardare, a osservare, per scoprire il piccolo mondo vegetale, per nutrire la fantasia con immagini, odori e colori, per inventare storie, per creare meraviglie, per costruire mondi.
E tante aiuole nel giardino da percorrere, tanti profumi da annusare, tanti petali da toccare, tanti fiori e foglie da raccogliere, tanti disegni da fare, tanti fogli da tagliare e piegare, tante pagine da riempire, tante parole da seminare.
Me la immagino così la mia vita. In un giardino-libreria.
Me la immagino fortemente, per poterla trasformare in realtà.
Perché voglio far "vedere l’invisibile, afferrare l’intangibile, sentire l’inudibile”.*
Perché voglio trasmettere e condividere la mia sensibilità.
Verso la Natura.
Le piccole cose nascoste in un giardino.
Tra due petali.
O tra le due pagine di un libro.
In cerca del mio posto, in un paese su una collina... e di una persona-collaboratrice che si ritrova in questo sogno...
Blue Nuvola
* scriveva Samuel Reynolds Hole parlando di rose...










